Una chiesetta lasciata poltrire nel sonno, abbandonata a se stessa per anni e anni, perché da nessuno più considerata, benché gravida di una certa storia, di un certo utile passato. Ma il presente ed il futuro sono destinati comunque ad affondare le loro radici nella cultura di un tempo che fu.
Noi, al pari di quei figli che all’improvviso rivalutano il tesoro nell’abbraccio della madre, ricevuto nell’arco di una vita, prima o poi ci accorgiamo di aver ingiustamente trascurato soltanto un “prezioso bene”.
Ecco che, come dietro un profondo risveglio, quel bene, sebbene sconsacrato, è un bene patrimoniale, un bene comune, di costume, di cittadinanza.
Una piccola chiesa, la chiesetta di Santa Croce in Manduria.
Ritorna discreta a essere alvo di variegata cultura; di musica, di danza, canto, scrittura, poesia, infine di Amore nelle vesti del miglior sincretismo religioso.
È lì che qualche giorno fa viene celebrato un matrimonio civile.
La chiesa viene adeguatamente allestita per un giuramento di impegno responsabile e di fedeltà.
La piccola chiesa di Santa Croce fa per l’occasione mostra di fiori, veli, drappi bianchi, da assumere in mezzo alle luci un volto puramente celestiale.
Nella sobria espressione dei veri sentimenti, i signori Sergi e Bufalini hanno saputo coronare di altissimo valore il rito celebrato, dando corpo all’importanza di certi ideali che nascono dall’anima e che al tempo stesso addolciscono la ragione.
Siano i benvenuti sempre, da oggi in poi, gli sposi e i loro familiari tutti.
Sia ben voluta, lodata e sempre meglio frequentata la piccola Chiesa di Santa Croce in Manduria.
Ileana T. e Clotilde F. M.
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Ileana Tedesco
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